Con la serata di ieri, 10 luglio, si sono conclusi gli eventi organizzati dal Gruppo Folklorico “La Murgia” di Noci in onore del 115° anniversario della nascita di don Vito Palattella (a cui il Gruppo è intitolato). Il Chiostro di San Domenico si è animato ospitando tre serate dedicate interamente alla figura eclettica e ironica di Palattella.

L'ultimo incontro, moderato dal giornalista Gianni Tinelli, è stata introdotto da Onofrio Ritella (presidente del Gruppo Folklorico "La Murgia") che è stato fautore e artefice della raccolta "Poesie" di don Vito Palattella, presentata durante la serata. Nel libro sono racchiusi tutti i componimenti in vernacolo nocese di Palattella, pubblicati su NOCI gazzettino dal 1968 al 1987. A Ritella è dovuta l'idea di questa raccolta costruita con attenzione e dedizione e con un lungo lavoro di ricerca e trascrizione delle poesie, grazie anche al sapiente aiuto di Giuseppe Basile (direttore della Biblioteca comunale "Mons. Amatulli").

Durante la serata anche il saluto istituzionale del rieletto sindaco Domenico Nisi e quello di Francesco Leone (in rappresentanza del NOCI gazzettino) che ha ricordato l'importanza del celebrare la memoria di un "figlio di Noci" che ha dato vita ad un'idea di nocesità che accompagna ancora oggi il nostro presente ma anche il futuro delle nuove generazioni che potranno avvicinarsi al dialetto grazie ai testi di don Vito Palattella. La parola è poi passata allo storico nocese Pasquale Gentile e dalla prof.ssa Giulia Basile, che hanno arricchito la serata l'uno con il racconto di diverse esperienze personali vissute con don Vito, l'altra centrando l'attenzione su alcuni termini dialettali usati da Palattella ed oggi non più in uso. A tracciarne, invece, il profilo familiare, Vito Palattella, nipote di don Vito, che ha ricordato la sua infanzia passata nello studio del nonno mentre scriveva e musicava i suoi indimenticabili versi.

A scandire il tempo di quest'ultima serata le esibizioni del Gruppo Folkloristico "La Murgia - Don Vito Palattella" con un repertorio proposto da Giancarlo Saponari tra alcune canzoni poco conosciutte, miste a componimenti famosi come "U pitipù".